Alfabeto verticale by Franco Brevini

Alfabeto verticale by Franco Brevini

autore:Franco, Brevini [Brevini, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Critica letteraria, Intersezioni
ISBN: 9788815326164
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


Nel giro di poche stagioni Filippo Vallino, Antonio Castagneri, Alessandro Martelli, Luigi Vaccarone si fanno una grande abbuffata di vette. Il solo avvocato Vaccarone, che nella sua vita aprì quarantotto vie nuove, nella fortunata estate del 1875 conquista una dopo l’altra la Becca di Gay, il Becco Meridionale della Tribolazione, una punta del Piccolo Paradiso, la Becca di Montandayné e il Gran Paradiso dal versante di Noaschetta. Ci sono cose che puoi fare solo se arrivi al momento giusto. Loro seppero cogliere l’attimo, vissero nell’età irripetibile in cui le vette del gruppo erano lì davanti, aspettando solo di essere salite e loro avevano le capacità per farlo. Sconfitti, dopo che sul Monviso, anche sul Cervino, gli uomini del Risorgimento si imposero sulla montagna di casa, cui il loro re prestava attenzioni esclusivamente venatorie.

Gli inglesi tornano sul campo verso la fine del secolo con alpinisti della statura di George Yeld e di William Coolidge, che consegneranno il frutto delle loro campagne a uno splendido volume oggi introvabile, destinato a consolidare oltre Manica la fama del Gran Paradiso: The Mountains of Cogne del 1893.

Le grandi vie di ghiaccio per cui il Gran Paradiso va celebre sono state invece conquiste valdostane compiute nella prima metà del nuovo secolo. Tra la metà degli anni Venti e il 1940 l’alpinismo locale si porta a casa tutti i grandi problemi del gruppo. Nell’agosto del 1926 Lino Binel e Amilcare Crétier superano in dodici ore la nord-est della Grivola. La via era in cattive condizioni e già allora i due scalatori si resero conto che il rivestimento nevoso se ne stava andando. Scrivono sulla «Rivista Mensile» del 1928:

Dopo aver vinto un altro tratto di ghiaccio possiamo finalmente fermarci su di un piccolo ripiano, dalla cui aerea posizione osserviamo i fianchi della montagna e constatiamo con amarezza che la Grivola va da questo lato perdendo lentamente ed inavvertitamente il suo candido manto di ghiaccio che si assottiglia per cedere il posto a neri e lividi spazi rocciosi.



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